Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Publilio Siro
Strategie und Philosophie bei Seneca. Untersuchungen zur therapeutischen Technik in den “Epistulae morales”
indagine sulla stesura, tradizione, ordine di PST, ruolo del destinatario, adattamenti di S. al lettore del suo tempo; ricezione senecana della prassi terapeutica delle scuole filosofiche ellenistiche e suo sviluppo tra retorica e forme letterarie diverse da PST; PST come “corso di filosofia” per il controllo delle emozioni; il rapporto con Epicuro tra punti di contatto e superamento; analisi della terminologia filosofica di PST e della loro struttura
Seneca and the poets
atteggiamento di S. nei confronti dei poeti e sua utilizzazione del materiale poetico; modernità del suo gusto e mancanza di apprezzamento per gli arcaici; uso dei poeti nella sua opera: funzione didattica della poesia e interesse soprattutto per i contenuti e non per lo stile; frequente critica dell’immaginario poetico: si vedano per esempio NTR VI, 18, 4-5 (contro Aen. I, 53-54); BNF I, 4, 4-5; BRV 16, 5; pratica senecana della citazione a memoria; esame della presenza di poeti latini nelle sue opere: poeti drammatici (scarsamente presenti); Lucrezio; Publilio Siro; Varrone Atacino; poeti augustei (Tibullo e Mecenate); Virgilio (citazioni da ecl. 1; 2; 10; g., soprattutto I, e Aen., soprattutto VI); Ovidio
Epicuro in Seneca, ovvero la monetizzazione della sapienza
le sentenze epicuree che costellano PST 1-29 sono spesso introdotte da metafore economiche e riguardano l’uso (e più spesso il disprezzo) dei beni materiali; la filosofia epicurea viene rappresentata da S. come patrimonio materiale facilmente spendibile da Lucilio nella prima fase della sua formazione, ma di valore più appariscente che reale e di cui bisognerà sbarazzarsi una volta acquisiti i fondamenti della dottrina stoica
Il corpus senecano dei Padovani: manoscritti e loro datazione
descrizione del Vat. Lat. 1769, datato all’inizio del Trecento in area padovana, con riesame dello status quaestionis e congetture sugli autori delle postille; esame della tradizione testuale del codice e confronto con altri ad esso connessi (Ambr. C 90 inf., Par. Lat. 11855, Ambr. D 276 inf., Laur. XXXVII 13); descrizione dei pochi discendenti: Antoniano I 9, con particolare attenzione ai prologhi, e Vat. Lat. 2213
Les premières éditions des Epistulae ad Lucilium (1475-1529) et leurs relations avec les manuscrits
censimento delle prime edizioni di PST e loro rapporti con i più recenti manoscritti; in base ad alcuni tratti comuni (lezioni, lacune, ordine), si individuano cinque gruppi: I. ed. princeps (Strasburgo 1475), ms. Basel, Universitätsbibl. F.VI. 14, ms. Strasbourg, Bibl. nat. et univ. D. II. 5 (perduto), ms. Colmar, Bibl. mun. 408 [346]; II. edizione di Parigi (1475); III. edizioni italiane, divise in due sottogruppi: III a. (con ripartizione in 25 libri) Roma (1475), Napoli (1475) e Treviso (1478) con i mss. Firenze, Bibl. Laur. plut. 45.31 e Wien, Österr. Nationalbibl. 7; IIIb. (con ripartizione in 22 libri) Venezia (1490 e 1492), Parigi (1494), Venezia (1503), Avignone (1503) con i mss. Paris, BNF, lat. 8551 e El Escorial, Real Bibl. N. II. 21; IV. edizioni tedesche (PST 1-88), divise in due sottogruppi: IVa. Zvolle (1480/1481) con il ms. Hildesheim, Dombibl. 674; IVb. Lipsia (1495), Colonia (1500) con il ms. Bruxelles, Bibl. royale, IV 232; V. edizioni erasmiane (Basilea 1515 e 1529), impossibile identificare i mss. utilizzati.
Esercizi di dono. Pragmatica e paradossi delle relazioni nel de beneficiis di Seneca
il de beneficiis può apparire come un manuale per liberare le relazioni sociali dagli irrigidimenti della consuetudine pervenendo a un grado di superiore consapevolezza del piano interattivo; a tal fine, Seneca rivaluta i paradossi stoici come paradossi pragmatici più strettamente connessi a temi etici; analisi delle perversioni cui sono sottoposti i benefici tra convenzioni sociali ed eccesso di pudor e degli errori nei livelli comunicativi, resi evidenti dall’ambiguità linguistica per cui il beneficio viene ridefinito come credito, largitio, iniuria, che possono essere superati sovrapponendo il sistema del beneficio alla sfera del certamen e del gioco e riconoscendo la superiore importanza della voluntas rispetto alla res; i segnali garanti di un beneficio corretto sono la spontaneità degli atteggiamenti, una misurata dinamica dei tempi, il distacco e oblio del beneficio da parte del benefattore, l’esibizione della gioia per il beneficio e la tenace memoria di esso da parte del beneficato
Le “Sententiae” di Publilio Siro e Seneca
Rapporti delle sententiae publiliane con la filosofia; importanza di alcuni testi di S., raffrontati con sentenze publiliane e con altri scritti; conoscenza da parte di S. delle opere del mimografo; aspetti di congenialità fra Publilio Siro e S.; superamento dei confini del genere mimico in Publilio (philosophia communis attinente soprattutto alla vita morale); presenza nei due autori di temi comuni dello stoicismo e della diatriba cinico-stoica; tragicità delle sententiae di Publilio
Publilius Sirus and Satyricon 55. 5-6
citazione da parte di Trimalchione di una sentenza di Publilio Siro sulla condanna del lusso in Petr. sat. 55, 5; confronto con passi in Seneca Padre e BRV 12, 8